Le Vergini delle Rocce, pubblicato nel 1895, rappresenta un momento significativo nella parabola artistica di D'Annunzio, segnando una svolta nella sua produzione narrativa. Il romanzo, inizialmente pubblicato a puntate sulla rivista Il Convito, doveva essere il primo di una trilogia intitolata I romanzi del giglio, ma gli altri due volumi previsti, La grazia e L'annunciazione, non furono mai scritti.
L'opera è permeata dal concetto di superuomo, ispirato al pensiero di Nietzsche, e racconta la vicenda di Claudio Cantelmo, un aristocratico romano che, disgustato dalla mediocrità della società borghese post-unitaria, elabora il progetto di generare un erede destinato a restaurare la grandezza di Roma. Per realizzare questo proposito, si trasferisce in Abruzzo e si avvicina alla decaduta famiglia aristocratica dei Capece-Montaga, le cui tre figlie, Massimilla, Anatolia e Violante, rappresentano diverse possibilità di maternità per il suo futuro erede.