Nel 
Libro de poemas, composto dal 1918 al 1920, Lorca documenta il suo grande amore per il canto e la vita. Dialoga con il paesaggio e con gli animali con il tono modernista di un Rubén Darío o un Juan Ramón Jiménez facendo affiorare le sue inquietudini sotto forma di nostalgia, di abbandoni, di angosce e di protesta ponendosi domande di natura esistenziale:
 
Che cosa racchiudo in me
 in questi momenti di tristezza?
 Ahi, chi taglia i miei boschi
 dorati e fioriti!
 Che cosa leggo nello specchio
 d'argento commosso
 che l'aurora mi offre
 sull'acqua del fiume?.