Dato alle stampe nel 1901, con lo stesso titolo della rivista fondata proprio da Valera, "La folla" è un romanzo a sfondo verista, che risente profondamente della Scapigliatura e degli ideali socialisti dell'autore. Ambientato nel Casone del Terraggio di Porta Magenta, esso è a tutti gli effetti un affresco della vita dei più miserabili, trattati con piglio naturalistico e profonda sensibilità psicologica. Si tratta di una carrellata di volti, storie e paesaggi che rispondono tutti al medesimo paradigma: raccontare la povertà e la disperazione senza pietismi né moralismo. Personaggi come l'Annunciata, che convive col senso di colpa dei tanti aborti fatti, o l'Agata, madre di ben undici figli e che fantastica di ucciderne uno gettandolo dal balcone, si scolpiscono nella mente di chi legge per non uscirne più. Importante testimonianza di un'epoca, "La folla" è anche una sentita denuncia delle ingiustizie che governano la società. Un'opera che non ha perso nulla, quindi, della sua dolorosa attualità... -