Sabato 27 aprile 1974, alle 21,47, a Trieste, nella scuola slovena di via Caravaggio, rione di San Giovanni, esplode una bomba, figlia della strategia della tensione neofascista in città. Da qui parte un viaggio ambientato negli anni Settanta in una Trieste affascinante e multietnica, percorsa dalle inquietudini e dalle tensioni politiche dell'epoca, mentre l'intera Italia è sconvolta da sanguinosi attentati, come quello al treno Italicus. Su uno sfondo sociale minuziosamente ricostruito, s'intrecciano le storie private dei quattro protagonisti di questo romanzo storico che scaturisce da uno scrupoloso lavoro di ricerca. L'arrivo in città di Pier Paolo Pasolini per una conferenza alla Casa dello studente fa da trait d'union alle singole vicende personali, ciascuna delle quali, seppure con esiti differenti, appare fin dall'inizio sospesa tra un gioco di combinazioni casuali e il compimento di destini ineluttabili.
"Nonostante il male storico e metafisico che prova a stroncare (peggio, a insozzare) ogni nostro sforzo, e nonostante il finale (anche) tragico del romanzo, in tutte le vite raccontate da Stefani c'è l'oltre e, quasi, l'oltranza, ma senza superbia. Di questa tensione, leggera e profonda al tempo stesso, abbiamo bisogno, come del pane". (Gianluca Paciucci)